
L'ultimo rapporto dell'ISTAT ha rilevato un rallentamento della discesa dei prezzi delle abitazioni, che dovrebbe proseguire fino al 2017.
Secondo l'ISTAT, complice il contemporaneo calo del costo degli immobili esistenti (-2,8%) e di quelli nuovi (-1,3%), nel 2015 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti (in media) del 2,4% rispetto all'anno precedente, quando la variazione media annuale era stata più consistente (-4,4%).
Tuttavia, sottolinea l'Istituto di statistica nazionale, i prezzi delle abitazioni rilevati nel 2015 risultano inferiori del 13,9% rispetto al 2010 (-1,2% per le case nuove, -18,9% le esistenti) e probabilmente continueranno a scendere, almeno per quanto riguarda le abitazioni residenziali.
Stando alle stime contenute nel Rapporto di previsione sul real estate italianorealizzato dalla RUR per conto di YARD, una società di servizi immobiliari e valutazione, i prezzi medi di riferimento (in termini reali) delle abitazioni residenziali diminuiranno tanto nel 2016 (-2,4%) quanto nel 2017 (-2,9%) per tornare a crescere solo nel 2018 (+5,5%). L'andamento dei prezzi non dovrebbe influire sul mercato immobiliare: il rapporto stima che il contemporaneo calo dei prezzi sarà accompagnato da un incremento delle compravendite degli immobili residenziali che cresceranno sia nel 2016 (+4,8%) che nei due anni successivi (+8,7% nel 2017 e +5,9% nel 2018).
Le previsioni per il 2016 contenute nel rapporto RUR-YARD trovano conferma nel 1° Osservatorio Immobiliare 2016 di Nomisma, secondo cui i segnali di “ripresa” rilevati nei primi mesi di quest'anno non sono “più circoscritti” al settore residenziale e sono dovuti anche alle compravendite degli immobili destinati alle attività economiche che, dopo l'incremento registrato nel 2014, sono rimaste stabili nel 2015 (44.319). Secondo Nomisma, i negozi e in parte – limitatamente al 2014 – i capannoni per l'industria hanno contribuito in maniera determinante all'inversione di tendenza.
fonte (TGCOM24)